Facciamo i melodrammatici! Top 5 delle scene più famose dell’Opera

L’Opera la si ama soprattutto per i gesti, gl’impeti e le varie espressioni melodrammatiche. Dobbiamo ammetterlo, sebbene nella vita reale non ci metteremmo in mezzo al traffico, con la testa fuori dal finestrino e il braccio proteso ad esclamare: “Esci omai garzon malnato! Sciagurato non tardar!… Che devo andar a lavorar!”

In virtù di questa nostra passione, ecco una personale top 5 di scene in cui il dramma di manifesta in tutto il suo splendore!

5) Tosca e il tuffo carpiato dalle mura di Roma. Una delle opere più famose del Maestro Puccini, Tosca, narra la tragica storia d’amore tra il pittore appassionato di politica Mario e la cantante Floria Tosca, insidiata dal perfido capo della polizia Scarpia. Incarcerato Mario perché sospettato di essere nemico del governo, Scarpia fa la “proposta indecente” alla donna: se gli si concede, libererà il suo amante. Lei all’inizio accetta ma il suo bacio si trasforma per digevoluzione nella lama di un coltello, con la quale ferisce a morte il balordo poliziotto. Quando però la condanna del pittore per fucilazione, che Scarpia aveva assicurato essere finta, si rivela verissima Tosca si dispera sul cadavere dell’adorato. Vedendosi circondata dalla polizia (che ha scoperto nel frattempo il decesso del capo), la donna decide di gettarsi da Castel Sant’Angelo sfracellandosi al suolo. Un tuffo nella morte.

4) Don Giovanni che precipita nel club Inferno insieme al Commendatore. Capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart, questa scena è meravigliosa sia da un punto di vista drammaturgico sia musicale. Dopo tante bricconate (se così possiamo chiamare un mix di bugie a mazzo, tentativi di violenza, un omicidio e sbeffeggio di cimeli mortuari), si giunge alla resa dei conti tra la statua del Commendatore e il nobiluomo. L’inquietante invito a cena  non è per andare al nuovo ristorante aperto in Galleria Vittorio Emanuele  da Carlo Cracco… bensì un riferimento al banchetto infernale per scontare le proprie colpe.

Don Giovanni rifiuta l’ordine dello spettro di fare mea culpa e, tenendogli stretta la mano, il Commendatore lo trascina all’Inferno tra voci cavernose e fiamme demoniache. Restando in ambito culinario… “Cuochi e fiamme”!

3) La follia di Lucia. Un’altra scena molto famosa nel panorama operistico è sicuramente quella che riguarda miss Lucia Ashton, per gli amici Lucia di Lammermoor. Tratta in inganno dal fratello Enrico, è destinata sposa a un partito politicamente vantaggioso, tale Arturo (non quello de I Puritani, quella è un’altra storia, sebbene ci sia lo stesso una matta di mezzo). In realtà si sarebbe promessa in segreto a Edgardo, che da tradizione è odiato da Enrico in quanto membro di una famiglia rivale, ma la ragazza non ha notizie del suo amato da tempo e si persuade di essere stata abbandonata. Dopo la sclerata in pubblico di Edgardo durante il matrimonio, la giovane crolla psicologicamente e, durante la prima notte di nozze, uccide il fresco sposo e si cimenta in un’aria virtuosistica dalla difficoltà mozzafiato. Nel suo delirio crede di sposare il suo grande amore, di essere inseguita da spettri che escono dai pozzi… (Samantha, sei tu?) per infine cadere a terra agonizzante. Infatti ella morirà nel giro di poche ore, seguita dallo stesso Edgardo che si suiciderà. Donizetti ci regala una musica sublime e una storia drammatica, senza dubbio.

2) La mela di Guglielmo Tell. Ma anche la mira. Ultima opera di Rossini, Guglielmo Tell racconta della storica resistenza della popolazione svizzera contro l’invasore austriaco. Nel caso specifico, il governatore Gessler decide di punire Guglielmo per la sua disobbedienza nei confronti delle autorità imponendogli una prova tremenda: colpire con una freccia la mela che sarà posta sul capo di suo figlio, il piccolo Jemmy. Infatti Guglielmo è noto per la sua destrezza con la balestra.  In barba al nemico, l’uomo fa centro e viene lodato dal popolo però Gessler non digerisce la situazione e lo fa imprigionare. L’abilità dell’eroe nazionale è diventata iconica e mostra un momento drammatico incisivo: un padre che cerca di salvare il figlio e al contempo di affermare la propria individualità di fronte all’invasore. Nel finale, come sappiamo, sarà proprio Tell a colpire a morte Gessler con una freccia e a riscattare la patria. Quindi: una mela al giorno leva… l’austriaco di torno!

14937436_1830389740551773_3474695868070690092_n
Spiritosa vignetta tratta dalla pagina facebook Plot Opera

 

1)  Violetta che appassisce a causa della tisi. Giuseppe Verdi è il re del melodramma italiano, simbolo di una potenza drammaturgica senza tempo e farcita di una sfortuna che farebbe esclamare a Shakespeare: “Complimenti, te la cavi bene a rendere le tragedie!” Uno dei suoi lavori più amati nel mondo è certamente La traviata, celeberrima vicenda non totalmente romanzata degli ultimi anni di vita di una giovanissima cortigiana, Violetta Valéry. Il perno della narrazione è una ragazza traviata dalla vita, che spera di poter trovare una seconda possibilità nell’amore puro per Alfredo ma le regole di una società spietata le strappano quell’ultimo sogno. L’apice della riflessione sulla morte, sulla perdita di ogni illusione e la consapevolezza che la morte s’avvicina (Violetta è infatti malata di tisi, e lo spoiler lo avevamo già dal primo atto quando comincia a tossire nel fazzoletto) è proprio nell’aria “Addio del passato“. In essa, contempla la  giovinezza già sfiorita, e a proposito di fiori, cita “le rose del volto” che impallidiscono. Sarà un po’ cinico, ma se Violetta, col nome che si ritrova e la passione per i boccioli e le camelie, si fosse dedicata alla floricoltura… magari avrebbe vissuto qualche anno di più.

 

 

Lascia un commento

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Su ↑